Segnalazioni dalla letteratura scientifica

L’articolo presenta i risultati di uno studio randomizzato controllato condotto su 103 pazienti allo scopo di valutare l’efficacia di due sistemi di bendaggio a compressione disponibili per il trattamento delle ulcere venose degli arti inferiori: il sistema di compressione con bendaggio a 4 strati e le calze a compressione graduata di classe 3. Per 24 settimane sono stati sistematicamente raccolti i dati sullo stato di salute, sullo stato dell’ulcera, su trattamenti, dolore, componenti depressive e Qualità della vita (QL). Dopo 24 settimane, l’86% del gruppo curato con bendaggio a compressione era guarito, come pure il  77% del gruppo che aveva utilizzato il sistema con calza a compressione graduata (P = 0•24). Nel gruppo bendaggio il tempo medio di guarigione è stato di 10 settimane, 14 settimane il tempo dell’altro gruppo (P = 0•018). Utilizzando il modello di Cox di regressione dei rischi (Cox proportional hazards model) gli autori hanno verificato che i pazienti del gruppo bendaggio avevano più probabilità di guarire rispetto a quello che utlizzava la calza (con rapporto 2:1, 95% CI 1·2-3·5), mentre la presenza da più lungo tempo di un’ulcera, un’ulcera più grande e la concomitanza di più alti punteggi di depressione ritardavano notevolmente la guarigione. Non sono state rivelate differenze significative tra i gruppi in termini di  QL o dolore. I risultati indicano quindi che i due sistemi hanno dimostrato una pari efficacia, anche se il bendaggio può produrre una risposta più rapida.

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Yoga e artrosi

Taibi DM, Vitiello MV
Yoga for Osteoarthritis: Nursing and Research Considerations
J Gerontol Nurs. 2012 Jun 15:2-11.[Epub ahead of print]

L’artrosi è una delle principali cause di dolore e di disabilità nel mondo. Le linee guida consigliano anche approcci non farmacologici come lo yoga. L’articolo presenta i dati attualmente disponibili e propone un modello concettuale per future ricerche. Per il momento i dati disponibili non sono molti, ma dimostrano che la tecnica è promettente, contribuisce alla riduzione del dolore, dei disturbi del sonno, e riduce la disabilità. Il modello concettuale qui presentato descrive gli effetti muscoloscheletrici (potenziamento, flessibilità, rilassamento), la riduzione dell’eccitazione autonomica e i modelli di terapia cognitiva (distrazione, consapevolezza) come aspetti potenzialmente importanti dello yoga. Vengono anche date indicazioni per i pazienti e gli operatori sanitari, al fine di valutare la potenziale utilità di programmi di yoga: lo stile, le competenze dell’istruttore e la quantità di tempo impiegata per gli esercizi yoga.

Valutazione di efficacia nell’applicazione di linee guida sul dolore pediatrico

Habich M, Wilson D, Thielk D, Melles GL, Crumlett HS, Masterton J, McGuire J
Evaluating the effectiveness of pediatric pain management guidelines

È stato condotto uno studio per valutare l’efficacia sulla conoscenza e la pratica infermieristica dell’attuazione di linee guida, basate sull’evidenza, per il trattamento del dolore, in termini di capacità di valutare e gestire i pazienti con  dolore, e di soddisfazione  del paziente e dei familiari. Lo studio si è svolto in  tre fasi di valutazione descritte come fase di avvio, a 3 e a 6 mesi dopo l’applicazione delle linee guida. Il campione esaminato comprendeva il personale infermieristico di unità pediatriche e di terapia intensiva pediatrica, è stata eseguita una revisione retrospettiva delle cartelle dei pazienti pediatrici e sui punteggi riguardanti lo stato di soddisfazione di pazienti e genitori.  Non sono state riscontrate differenze nella conoscenza degli infermieri e nel loro atteggiamento nei confronti del dolore prima e dopo l’implementazione della linea guida, ma ci sono stati  miglioramenti significativi nella valutazione del dolore e nell’uso di  strumenti corretti.  La soddisfazione del paziente e dei familiari risultava invariata.

Come gli adolescenti americani si curano il dolore

Fouladbakhsh JM, Vallerand AH, Jenuwine ES.
Self-treatment of pain among adolescents in an urban community
Pain Manag Nurs. 2012 Jun;13(2):80-93. Epub 2011 Nov 23

Questo studio descrittivo-correlazionale ha esaminato prevalenza e intensità del dolore e criteri di auto-prescrizione di farmaci tra gli adolescenti di una comunità urbana statunitense. Quasi il 90% (n = 253) degli studenti delle scuole superiori ha dichiarato di aver provato dolore nelle 2 settimane precedenti la richiesta di compilazione di una serie di questionari (dati demografici, Brief Pain Inventory-Short Form, Adolescent Self-Treatment Survey). L’età degli intervistati era compresa tra i 14 e i 19 anni (media 16) ed erano prevalentemente femmine (70%) e razza caucasica (75%). Il campione era rappresentativo di tutte le classi delle scuole superiori, la maggior parte (86%) praticava sport, danza e attività fisica in generale. I punteggi medi del dolore variavano da 3,0 (dolore attuale) a 6.5 (dolore peggiore), con punteggi significativamente più elevati tra le ragazze. Il dolore interferiva di più sulle attività, l’umore e il sonno delle ragazze rispetto ai maschi. Le ragazze erano anche più inclini all’autoprescrizione di farmaci da banco e terapie non farmacologiche. Gli autori auspicano che questi dati possano aiutare nella     formulazione di iniziative infermieristiche per sensibilizzare sulla malattia dolore, e sul suo trattamento, e garantire sicurezza e risultati positivi nel caso di autotrattamento.

Le complessità gestionali del dolore nell’anziano ospedalizzato

Manias E
Complexities of pain assessment and management in hospitalised older people: A qualitative observation and interview study Int J Nurs Stud. 2012 May 26. [Epub ahead of print]

Il dolore è un problema comune tra i pazienti più anziani ricoverati in ospedale, ma poco si sa su come la complessità della pratica clinica influenzi la valutazione del dolore e la gestione di questi pazienti.

Gli autori si sono quindi posti l’obiettivo di esaminare in che modo il dolore venisse valutato e gestito in questi pazienti. Hanno quindi definito un progetto di ricerca osservazionale, che includesse l’osservazione delle interazioni tra infermieri e pazienti, e interviste di follow-up con gli infermieri. Sono stati eseguiti tre cicli di osservazione tra mezzanotte e mezzogiorno (h 03:30, 07:30 e 10:30), e tre tra mezzogiorno e mezzanotte (h 15:30, 18:30 e 22:30). Per ciascun ciclo di osservazione, da 2 a 3 ore, sono state effettuate 12-13 osservazioni. Lo studio è stato condotto in due reparti di un policlinico universitario australiano.

Quattro i temi principali individuati: la comunicazione tra gli infermieri e tra i pazienti e gli infermieri; strategie di trattamento del dolore, aspetti ambientali e organizzativi delle cure, e complessità nella natura del dolore. Gli infermieri tendevano a formulare domande semplici ai pazienti. Nonostante la possibilità di somministrare farmaci oppiacei, secondo necessità, per il dolore episodico intenso, gli infermieri spesso preferivano aspettare e verificare se la somministrazione di paracetamolo a dose prefissata procurava sollievo. L’ora del giorno influiva sulla gestione de dolore e ciò era dovuto alla disponibilità di personale infermieristico.

Lo staff  medico seguiva una strategia di riduzione dei farmaci prescritti,  spesso estesa agli analgesici, lasciando quindi gli infermieri alle prese con  le esigenze analgesiche dei pazienti. Altre complessità erano  legate alla natura del dolore, al livello di dolore percepito come tollerabile, alla simultanea presenza di dolore cronico e acuto, alla sede del dolore.

Lo studio dimostra quindi le complessità nell’affrontare le necessità di analgesia nei pazienti anziani (in particolare nei pazienti con deficit di comunicazione), la natura complessa delle esperienze dolorose e il precario equilibrio tra cura efficace del dolore e gestione degli effetti collaterali.

Impatto economico del dolore cronico negli USA

Gaskin DJ, Richard P
The Economic Costs of Pain in the United States
J Pain. 2012 May 16. [Epub ahead of print]

L’indagine MEP (Medical Expenditure Panel Survey), condotta negli USA nel 2008, stimava in circa 100 milioni le persone con dolore cronico, compresi dolori articolari o artrite. Utilizzando il MEPS 2008, Gaskin e Richard hanno approfondito l’analisi dei dati e hanno quantificato: 1) l’incidenza dei costi per la cura del dolore, 2) i costi annui del dolore associato a una più bassa produttività del lavoratore. I costi totali variano da 560 a 635 miliardi di dollari nel 2010. Ulteriori costi sanitari, sempre legati alla malattia dolore, variano da  261 a 300 miliardi di dollari. Questi costi incidono da 261 a 300 dollari in più sul costo annuo per la persona senza dolore, stimato in circa 4.250 dollari. La perdita di produttività è compresa tra i 299 e i 335 miliardi di dollari. Il costo annuale del dolore è risultato maggiore rispetto ai costi annuali di malattie cardiache ($ 309 miliardi), cancro ($ 243 miliardi) e diabete ($ 188 miliardi). Queste stime non includono i costi connessi alla gestione del dolore nei pazienti delle RSA, bambini, militari e carcerati.

Quello che emerge chiaramente dallo studio è che l’impatto economico del dolore è tra i 560 e i 635 miliardi di dollari, una cifra superiore al costo di altre malattie considerate prioritarie. Un buon motivo per investire di più in ricerca, istruzione e formazione per migliorare il trattamento, la gestione e la prevenzione del dolore.

Artrite reumatoide: ruolo dell’infermiere e del team multidisciplinare

Walker J
Rheumatoid arthritis: role of the nurse and multidisciplinary team
Br J Nurs. 2012 Mar 22-Apr 11;21(6):334, 336-9

L’artrite reumatoide è la più comune artropatia infiammatoria, ha un notevole impatto sulla qualità della vita, a causa del dolore e della ridotta funzionalità. Nonostante i trattamenti disponibili per curarla non è sempre possibile stabilire un buon controllo della malattia. L’articolo parla quindi del ruolo cruciale del team multidisciplinare coinvolto nella cura per garantire che l’autonomia del paziente e la sua funzionalità siano ottimizzate. Il ruolo dell’infermiere nella gestione dell’artrite reumatoide è vario e articolato: dalla consulenza specialistica sulla cura ai consigli per i pazienti che stanno per sottoporsi a interventi di protesizzazione articolare.

A proposito di intuito infermieristico

Green C
Nursing intuition: a valid form of knowledge
Nurs Philos. 2012 Apr;13(2):98-111

Con l’aiuto della filosofia e della neurofisiologia l’autrice vuole dimostrare che l’intuito infermieristico può essere una valida forma di conoscenza. L’articolo spiega che l’intuito si compone di quattro aspetti distinti: (1) conoscenza innata,  un po’ come quando abbiamo imparato ad andare in bicicletta; (2) sviluppo di una sensibilità attenta ai piccoli dettagli di situazioni complesse, spesso in rapida evoluzione; (3) un buon bagaglio di conoscenza concettuale pertinente al problema, e (4) l’esperienza personale nell’ottenere i migliori risultati a beneficio del paziente. L’autrice, citando estesamente le teorie filosofiche sulla conoscenza  di Jacques Maritain e di Yves R. Simon, vuole aiutarci a capire come e perché alcuni infermieri colgano velocemente gesti, emozioni e traducano in azioni utili queste intuizioni, fornisce alcune informazioni specifiche su come sviluppare l’intuizione nei giovani infermieri e ci indica, infine, un percorso di approfondimento.

Paracetamolo nel dolore acuto

Pasero C, Stannard D
The role of intravenous acetaminophen in acute pain management: a case-illustrated review
Pain Manag Nurs. 2012 Jun;13(2):107-24

Da più di un secolo il paracetamolo è universalmente riconosciuto come farmaco sicuro ed efficace nell’alleviare il dolore e ridurre la febbre. Solo dal  novembre 2010 la Food and Drug Administration statunitense ha concesso l’approvazione per l’uso di una nuova formulazione di paracetamolo per via endovenosa, per il trattamento del dolore da lieve a moderato, del dolore da moderato a grave, in aggiunta a farmaci oppioidi, e per la riduzione della febbre negli adulti e nei bambini (età ≥ 2 anni). L’articolo discute le motivazioni alla base dello sviluppo del farmaco, ne analizza la farmacologia clinica, l’efficacia, la sicurezza e le implicazioni infermieristiche del suo uso, sia in monoterapia sia in combinazione con altri farmaci, come parte di una strategia multimodale di terapia del dolore.

Cinema e pedagogia delle professioni sanitarie

Darbyshire D, Baker P
A systematic review and thematic analysis of cinema in medical education
Med Humanities 2012;38:28-33

L’uso del cinema nella formazione medica può aiutare a spiegare agli studenti una varietà di soggetti. Molto è stato scritto su questo metodo di insegnamento in diverse discipline mediche. L’articolo passa in  rassegna le varie esperienze per assimilarne i contributi utili da impiegare nella formazione pratica. Gli articoli esaminati sono presentati in ordine, con indicazione della rivista su cui sono apparsi, l’anno di pubblicazione, il tipo di articolo, tema, contenuti, target, autori, se è stata utilizzata una clip o l’intero film. Uno strumento di consultazione per i docenti che vogliano avvalersi di questo mezzo pedagogico.