Il ruolo dell’infermiere in un reparto di algologia

I Centri del Dolore sono quelle strutture sanitarie dove, proprio in sintonia con la concezione della multifattorialità dell’esperienza di dolore, si opera un approccio multimodale ed interdisciplinare, nel tentativo di cogliere appieno la poliedricità degli aspetti che caratterizza quest’esperienza.
Si giunge così alla definizione ed alla condivisione di un progetto terapeutico antalgico individualizzato e personalizzato.
Il trattamento proposto nasce pertanto dalla condivisione con il paziente della via terapeutica considerata migliore o quantomeno più adatta, in quel particolare soggetto affetto in quel momento da quel particolare problema di dolore persistente.
Normalmente si considerano centri di eccellenza quelli in cui sono disponibili tutte le opzioni antalgiche invasive ed esistono competenze degli operatori certificate dagli standard di servizio.
Oggi per un paziente con dolore cronico scarsamente rispondente alla terapia farmacologica, esiste la possibilità di optare e/o associare una procedura mini-invasiva.
Citiamo, per esempio, le iniezioni di farmaci per via peridurale, la radiofrequenza classica, quella pulsata e dosata, la peridurolisi.
Esistono poi le procedure invasive maggiori quali la neurostimolazione midollare e la neuromodulazione chimica per via intraspinale.
La struttura di Algologia è finalizzata alla diagnosi e alla terapia della “malattia dolore”.
Si identificano con questo termine tutte le patologie che, pur non mettendo in pericolo la vita del paziente, sono caratterizzate da una sintomatologia dolorosa severa e cronica tanto da modificarne la qualità di vita.
Le problematiche connesse alla “malattia dolore” sono molteplici e nella loro complessità investono direttamente non solo la persona che ne è afflitta, ma coloro che vogliono assicurarne l’assistenza in termini di efficacia ed efficienza.
Sono presenti “sofferenze” di diversa origine, quali:

  • paura dell’ignoto,
  • paura dell’attesa,
  • paura della perdita del proprio Io, della propria immagine,
  • rabbia,
  • angoscia,
  • ansia,
  • depressione.

LA TERAPIA DEVE ESSERE GLOBALE COME GLOBALE È LA SOFFERENZA (FISICA E PSICHICA)

Si rende necessaria pertanto la personalizzazione della cura per ogni singolo paziente in quanto in ognuno di essi le componenti della sofferenza sono diversamente manifestate.
Come già accennato il paziente può presentare un quadro depressivo associato ai principali cambiamenti nella vita dovuti agli effetti limitanti del dolore, specialmente il “non poter lavorare”; la lunga durata del dolore è associata ad una aumentata incidenza di depressione.
Spesso si pensa che l’individuo che ha accumulato numerose e prolungate esperienze di dolore sia meno ansioso, oltre ad avere un più elevato grado di tolleranza rispetto a colui che ha avuto poche esperienze analoghe.
Purtroppo non è così: infatti, la persona che ha già sofferto molto è maggiormente spaventata al pensiero di altri episodi dolorosi. Questa reazione è comprensibile, se si considera che molti pazienti sofferenti ricevono un trattamento analgesico insoddisfacente ed inadeguato.
La modalità di risposta del paziente al dolore può quindi essere la conseguenza di molte singole esperienze accumulate nel corso della vita.
Ne deriva la necessità per l’Infermiere Professionale di un approccio specifico ed esperto in sede di primo colloquio con il paziente.
La gestione del paziente in una struttura di Algologia avviene generalmente mediante prenotazione telefonica (triage).
Già a partire da questo primo contatto l’Infermiere deve saper valutare la gravità della situazione, considerando che in algologia le patologie urgenti sono essenzialmente due:
1. herpes zoster in fase acuta,
2. dolore oncologico non adeguatamente trattato.

La gestione del paziente inizia con una attenta valutazione clinica e con la raccolta di un’anamnesi approfondita da parte del medico, affiancato dall’infermiere durante la visita.
L’infermiere formula gli obiettivi assistenziali, valuta l’efficacia degli interventi, opera come difensore del paziente quando questi interventi non sono efficaci, educa il paziente e la sua famiglia alla corretta gestione dei farmaci analgesici.
Il compito dell’infermiere nel reparto di Algologia consiste anche nella preparazione del paziente, dei farmaci e nell’assistenza al paziente durante l’esecuzione delle procedure invasive minori e maggiori, specialmente quelle eseguite in Day Hospital e in radiologia interventistica (blocchi analgesici peridurali, posizionamento di catetere peridurale, ricarica di pompe d’infusione totalmente impiantabili, ecc.).
In questo caso l’infermiere si dovrà occupare dell’adeguata preparazione del campo operatorio, del monitoraggio del paziente attraverso il controllo dei parametri vitali e di mantenerlo nella corretta posizione durante tutta la procedura.
L’assistenza al paziente in Algologia deve essere globale e poiché il dolore è un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole, è importante far trovare un ambiente accogliente e dare fiducia nel trattamento antalgico e nelle figure professionali coinvolte.
La rilevazione della customer satisfaction è strumento di grande utilità per valutare l’opinione dei pazienti afferenti alla struttura.
Il percorso formativo dell’infermiere in Algologia non è solo di tipo tecnico ma richiede sensibilità e capacità comunicative che gli consentano di mettersi in relazione empatica con il paziente accompagnandolo e sostenendolo nel percorso terapeutico: non a caso l’art. 42 del Codice Deontologico sintetizza:
“L’Infermiere ascolta, informa, coinvolge la persona e valuta con la stessa i bisogni assistenziali”.