Il metodo artistico transdisciplinare nella cura dei pazienti cronici: Corso FAD

Nel 2021, considerando che numerose evidenze stanno dando indicazioni su come la sindrome fibromialgica (FMS) debba essere intesa come una malattia legata alle condizioni di vita e a sussistenti relazioni disfunzionali/disadattive (organiche, sociali, psicologiche), di cui vanno ancora indagati e chiariti molti aspetti, al fine di migliorare approcci diagnostici e terapeutici, nella prosecuzione delle attività cliniche sui pazienti affetti da FMS si è voluto sperimentare, con lo studio prospettico osservazionale “pharmakon, arte che cura”, terapie alternative o complementari alla cura farmacologica, nell’ambito di una terapia multimodale, e validare gli effetti che la metodologia transdisciplinare (TrDip) e i laboratori artistico/trasformativi basati sulla mediazione ottenuta attraverso l’arte (intesa come fruizione di un’esperienza aptica del sublime), attraverso la medicina narrativa (sotto forma di scrittura o di altre forme di narrazione) e attraverso una visione “bisociativa” (terapia umoristica del sorriso) possano apportare miglioramenti misurabili nella relazione tra terapeuta e paziente in alcuni aspetti disadattivi presenti nei pazienti affetti da sindrome fibromialgica.
L’idea di utilizzare la metodologia TrDip nella FMS parte dalla visione della FMS come una sindrome sistemica complessa, spesso correlata a un evento traumatico, forte e di breve durata, o di leggera entità ma protratto nel tempo, di natura organica, psico-fisica, interpersonale o ambientale (cioè correlata a fenomeni di stress cronico).
La metodologia TrDip, secondo i principi della transdisciplinarietà e dell’approccio ai sistemi complessi mutuati dalla fisica moderna, può essere applicata efficacemente in ambito medico:
–  favorisce nei medici un miglioramento della capacitò diagnostica indirizzandoli alla presa in carico del paziente come persona, e non come un “quadro clinico” o un “elenco di sintomi”, settorializzato per pertinenza specialistica
–  favorisce nei pazienti una rielaborazione del vissuto di malattia per sviluppare l’assunzione personale di responsabilità nei confronti della cura (coping e aderenza al piano terapeutico) e fornendo loro alcuni strumenti di trasformazione del vissuto personale di malattia, attraverso l’arte, la medicina narrativa e la tecnica bi-sociativa.
Lo studio “Pharmakon, arte che cura” è stato articolato in tre diverse esperienze laboratoriali “trasformative”:
–   la terapia dell’umorismo, guidata dal dr. Yoga Patti
–   la relazione con l’arte museale attraverso la fruizione di un’esperienza di arte audio-visiva, guidata dalla dr.ssa Claudia Villani, con la dr.ssa Monica Sapio e la dr.ssa Giuseppa Cassarà
–   il laboratorio di scrittura trasformativa guidato dalla dr.ssa Leonora Cupane e dal dr. Giorgio D’Amato con il coordinamento della dr.ssa Monica Sapio.
L’iniziativa è stata realizzata dall’Ospedale Buccheri La Ferla FBF di Palermo, in collaborazione con AISF odv e con l’associazione LabSud, con il Museo Civico di Castelbuono e l’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia, il dipartimento dei Beni Culturali e il Museo Riso di Palermo e ha ottenuto il patrocinio del Comune di Castelbuono, dell’Accademia di Belle arti di Palermo, dell’Ordine dei Medici di Palermo, dell’ANMIRS, dell’ISTUD e della SIMeN.
Con questo corso FAD asincrono, che completa le attività del progetto “PDTA Fibromialgia”, si punta l’attenzione sulla formazione del personale sanitario e l’informazione ai pazienti, centrando l’attenzione sull’uso dell’arte e del metodo transdisciplinare come nuova prospettiva terapeutica per la FMS, modello della patologie cronico dolorose, in un ambito multimodale.

Il Corso FAD si volge a distanza di circa due anni dal Decreto-legge (DL) Regione Sicilia del 30.12.2019, pubblicato in GURS del 31.01.2020, con cui l’Assessorato alla Salute Regione Sicilia ha fatto proprio il PDTA elaborato, ha concesso alla sindrome fibromialgica (FMS) il riconoscimento come patologia e l’ha inserita nel prontuario regionale ICD9 con il codice 729.0, traguardo lungamente auspicato e che ha consentito a migliaia di cittadine e cittadini sofferenti di uscire dall’anonimato.

Monica Sapio, Claudia Villani sono le responsabili scientifiche


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