Il self-reporting nel dolore acuto in emergenza: modelli e scale di valutazione nel paziente adulto verbalizzante

Introduzione

Il dolore rappresenta il sintomo e la causa più comune per cui le persone richiedono cure sanitarie presso il dipartimento di emergenza e urgenza (DEA) (1), rappresentandone circa il 78% degli accessi (2,3). Ciò implica che il personale sanitario che opera all’interno del DEA debba essere in grado di far fronte alle esigenze della popolazione attraverso competenze specifiche necessarie sia a valutare che a gestire efficacemente il dolore (4-6). In Italia il 70% degli accessi che avvengono in pronto soccorso sono correlati al dolore acuto (7). Il dolore acuto è quel sintomo che deriva dall’attivazione di un sistema sensoriale che segnala un danno tessutale, potenziale o reale, ad esordio recente e di probabile durata limitata, di solito posto in relazione di causalità con una lesione, un trauma o una malattia attuale o incombente (8). Dal punto di vista clinico il dolore è un sintomo trasversale e frequente; spesso segnale importante per la diagnosi iniziale di malattia, può rappresentare un fattore indicativo dell’evoluzione positiva o negativa del decorso della stessa; è inoltre spesso correlato a procedure diagnostiche e/o terapeutiche generando nella popolazione ansia e paura (9) ciò compromette l’integrità fisica e psichica della persona e dei propri familiari influenzandone notevolmente la qualità della vita percepita (5, 8). Il dolore, in seguito alle risposte fisiologiche correlate all’attivazione del sistema nervoso, determina cambiamenti dei parametri vitali, quali la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, la pressione arteriosa e può essere accompagnato, in risposta a uno stimolo nocicettivo, da pallore e sudorazione (2).

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