Il low back pain: dalla fisiopatologia alla pratica clinica

Introduzione

In Italia il low-back pain colpisce quasi 15 milioni di persone, di cui circa due milioni in maniera cronica. Il “mal di schiena”, sottovalutato da buona parte degli italiani, è una patologia legata a diversi fattori: fisici, come nel caso di scoliosi, schiacciamenti vertebrali o affaticamento muscolare, ma anche di tipo psicologico e sociale. Gli esperti considerano il mal di schiena una sorta di segnale, che indica che qualcosa a livello della colonna vertebrale non va come dovrebbe. La causa più comune è la tensione generata da una postura errata; il 56% dei casi riguarda il tratto lombo-sacrale, presumibilmente per l’avvento dei personal computer, che costringe davanti ad un monitor per molte ore al giorno. E se in buona parte dei casi il mal di schiena passa nel giro di pochi giorni, in altri casi può rappresentare una vera e propria patologia. Nel momento in cui si tiene per troppo tempo una postura sbagliata, infatti, il corpo impara a compensare gli eventuali disagi, ma anche queste “correzioni” in seguito, possono causare problemi sui tendini delle gambe o sulla stessa colonna vertebrale.

Di rimedi ce ne sono diversi. Nel momento in cui è stata individuata l’origine del problema bisogna correggere subito le posture scorrette, intervenendo, quando necessario, con mezzi fisici, analgesici ed antinfiammatori e, solo in caso di insuccesso terapeutico, si può chiedere aiuto alla chirurgia.

Per prevenire il mal di schiena, in molti casi, sono sufficienti pochi minuti al giorno di esercizi, con lo scopo di migliorare la salute della propria colonna vertebrale. L’attività fisica, infatti, mette in moto i muscoli che governano i movimenti della colonna, rendendoli più forti, elastici e pronti a reagire ad eventuali stimoli.

Altra cosa importante è eliminare i fattori di rischio come lo stress, l’obesità ed il fumo. A tal fine è utile ricordare che il sovrappeso viene indicato come una concausa per il mal di schiena e ad aggravare la situazione c’è il fumo che, provocando un aumento delle tossine, riduce l’apporto di ossigeno ai tessuti, compresi quelli che stabilizzano la colonna vertebrale. Ci sono, poi, piccoli accorgimenti da seguire per evitare problemi duraturi: per esempio, quando si solleva un peso è meglio flettere le ginocchia e mai forzare con la schiena, per evitare di provocare un trauma della colonna vertebrale. Inoltre è consigliabile non rimanere fermi nella stessa posizione per lungo tempo.

Insomma il mal di schiena, anche se viene sottovalutato dalla maggior parte delle persone che ne sono affette, in realtà rappresenta una patologia difficile da curare nel momento in cui diviene cronica.

Infatti, è vero che esiste un’evidenza scientifica sul trattamento farmacologico del low-back pain, ma di contro non si può dire altrettanto sulla biomeccanica del carico di peso, del riposo e della postura, così come per i supporti specifici utilizzati durante il riposo (1, 2). Nordin e Frankel hanno evidenziato che il materasso ideale dovrebbe adattarsi alla curvatura del corpo, rimanere piatto, mantenere una buona elasticità, avere un’adeguata ventilazione e non essere troppo caldo o troppo freddo (3).

Obiettivo di questo studio, condotto presso il reparto di Terapia del dolore, tossicologia d’urgenza ed anestesia, della Seconda Università di Napoli, è stato quello di valutare la capacità analgesica e l’outcome sulla qualità del riposo e della vita dei pazienti affetti da low back pain del sistema sovramaterasso volumetrico, realizzato con multi e monofilamenti di poliestere (Aiartex® .

Metodi

Previa approvazione del Comitato etico locale sono stati arruolati 40 pazienti affetti da low back pain cronico. Criteri di inclusione: VAS media > 50mm, durata del dolore superiore a 3 mesi, nessuna terapia farmacologia o presenza di terapia farmacologica a dosaggio stabile da almeno un mese. I pazienti dopo la visita di arruolamento (V0) sono stati divisi in due gruppi omogenei (Tabella 1):

– gruppo A: 20 pazienti cui è stato consegnato il sistema sovramaterasso Aiartex®

– gruppo B: gruppo controllo di 20 pazienti.

I pazienti sono stati chiamati per una visita di controllo dopo un mese (V1) e dopo due mesi (V2)

Parametri di efficacia primari: VAS media. La scala VAS consiste in una scala lineare di 100mm di lunghezza, da sottoporre al paziente, dove zero corrisponde a nessun dolore e 100 al peggior dolore immaginabile.

Parametri di efficacia secondari: qualità del sonno, PGIC. La qualità del sonno è stata valutata tramite una scala lineare di 100mm simile alla VAS dove zero rappresenta il sonno ideale continuo e riposante e 100 il sonno peggiore. Il questionario PGIC è stato utilizzato come strumento di valutazione dell’impatto del trattamento sulla qualità della vita e sulla capacità di svolgimento delle attività quotidiane, con un punteggio da 1 (nessun cambiamento o peggioramento delle condizioni) a 7 (notevole cambiamento e considerevole miglioramento nelle variabili citate).

Aiartex® è un sovramaterasso volumetrico realizzato con multi e monofilamenti di Poliestere. Ha una struttura tridimensionale costituita da un lato superiore liscio in multifilamento, lato paziente, e da un lato inferiore in monofilamento, collegati tra loro da ponticelli sospensori anch’essi in monofilamento. Aiartex® è elastico ma, grazie alla sua rigidità moderata, quando compresso non collassa, e ritorna al suo spessore originario dopo la decompressione. Migliora la distribuzione dei carichi con conseguente riduzione dei picchi di pressione. Lo spessore totale del sovramaterasso Aiartex® è di 13mm. I filamenti di poliestere sono trattati con ritardanti di fiamma.

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Risultati

Dei 40 pazienti arruolati nessuno è uscito dallo studio. Dal punto di vista dei parametri di efficacia vi è stata una riduzione del dolore superiore al 50% rispetto alla visita di arruolamento solo nel gruppo trattato con il sistema Aiartex® (gruppo A VAS 24 ±8 vs gruppo B 62 ±9.7) (Figura 1). Per quanto riguarda la qualità del sonno vi è stato un miglioramento superiore al 50% solo nel gruppo A (gruppo A 20 ±6.3 vs gruppo B 73 ±6.4) (Figura 2 e Tabella 2). Alla visita di controllo dopo due mesi (V2) si è evidenziato un mantenimento sia del risultato algico (gruppo A VAS 20 ± 6.3 vs gruppo B VAS 63 ± 7.8), che per quanto attiene la qualità del sonno (gruppo A 17 ± 4.5 vs gruppo B 72 ±7.4). L’analisi dell’impatto dei sistema Aiartex®  sulla qualità della vita ha dimostrato un notevole miglioramento nei 20 pazienti trattati rispetto al gruppo controllo (PGIC  gruppo A 6.8 ± 0.4 vs gruppo B 1.4 ± 0.6).

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Discussione

Nel presente studio il sistema sovramaterasso Aiartex® ha permesso una riduzione del dolore da low back pain superiore al 50% e ha determinato un miglioramento superiore al 50% anche nella qualità del sonno, con mantenimento del risultato a lungo termine. Parallelamente si è evidenziato un significativo miglioramento della qualità della vita, valutato tramite PGIC. I risultati del presente studio, anche se caratterizzato da un campione ridotto di pazienti, sono in linea con altri trial, che hanno dimostrato come la superficie di riposo possa contribuire al discomfort del paziente e che dormire su alcune superfici dia un maggiore beneficio.

La scelta di una VAS per il sonno come parametro di efficacia deriva da un revisione della letteratura internazionale che considera tale scala facilmente realizzabile, ripetibile ed altamente correlabile alle scale tipo Likert. Il gruppo controllo era caratterizzato da 20 pazienti che continuavano a dormire sul proprio materasso, senza apposizione del sistema Aiartex®. Il non aver utilizzato un placebo deriva dalla disamina della letteratura nella quale Jacobson et al hanno suggerito che il letto placebo fosse inconcepibile in questo tipo di studi, dal momento che non esiste alcuna definizione di letto o materasso placebo.

Bibliografia
1.    Pota V et al. Combination therapy with transdermal buprenorphine and pregabalin for chronic low back pain. Pain Medicine 2012;2:23-31.
2.    Normand M.C. et all. Biomechanical effects of a lumbar support in a mattress. J Can Chiropro Assoc 2005; 49 (2).
3.    Nordin M  et al. Basic biomechanics of the muscoloskeletal system, third edition. Baltimore: Lippincott, Williams and Eilkins; 2001: 268-271, 433-434.
4.    Sigman S et al. Office diagnosis of shoulder disorder. PPhys Sports Med [serial on the internet] 1995 [cited 2005];23:25-31. Available from: http://www.sleepnet.com/depriv.htm.
5.    Scharf MB et al. Comparative effects of sleep on a standaer mattress to an experimental foam surface on sleep architecture and CAP rates. Sleep 1997; 20:1197-200.
6.    Jacobosn et al. subjective rating of perceived back pain, stiffness and sleep quality following introduction of medium-firm bedding system. J Chiropr Med 2006;5 (4):128-34.